Paola Urbano 13 Dicembre 2018

PAOLA URBANO

Dopo aver frequentato il liceo artistico, Paola Urbano si laurea in Architettura nel 1987 con una tesi sperimentale sull'illuminazione museale e successivamente intraprende il Dottorato di Ricerca presso il reparto di fotometria dell'Istituto di ricerca INRIM (ex. Ist.Naz. G.Ferraris) dove continua i suoi studi sull'interazione luce-opere d'arte, sui criteri conservativi ed espositivi dei dipinti, oltre che sulle dinamiche percettive al fine di ottimizzare la progettazione della luce nei musei.
Da trent'anni si occupa di lighting design, tra i suoi primi lavori c'è il progetto per l'illuminazione della mostra “Da Leonardo a Rembrandt” tenutasi a a Torino - Palazzo Reale- nel 1990 (esposizione di disegni, tra cui l'autoritratto a sanguigna di Leonardo), seguito poi da altri progetti relativi al patrimonio artistico culturale. Nel corso degli anni l'attività progettuale si è sviluppata in tutti gli ambiti -sia interni che esterni- su diverse scale d'intervento, oltre che nel campo del design di apparecchi.
Pubblica per numerose riviste del settore, è nel comitato di redazione della rivista Luce&Design. Da oltre 25 anni insegna “Lighting Design” in differenti realtà formative come lo IED (Istituto Europeo di Design) di Torino, la Bilgi University di Istanbul, oltre che per diversi Ordini Professionali degli Architetti.
E' co-fondatrice nel 1998 di APIL (Associazione Professionisti dell'Illuminazione) con sede a Milano in Foro Buonaparte 65, dove siede nel consiglio direttivo.
La sua filosofia è "Il progetto della luce è un'arte così come una scienza”, proprio perché ogni progetto richiede di essere sviluppato con forte sensibilità, creatività, competenze interdisciplinari, capacità tecniche, oltre che con un'attenta analisi della “natura” del luogo da illuminare. 
Questo approccio finalizzato alla valorizzazione e alla pianificazione percettiva dello spazio, fa si che la sua attività possa essere definita di “visual planner”.
Il suo approccio, da sempre basato su un attento studio dell'interazione luce-materia, l'ha portata ad analizzare quasi ossessivamente i colori, le textures e le forme, contaminando la creazione di questi nuovi oggetti in porcellana.
Se da da un lato la luce illumina e rivela un oggetto, dall'altro si offre anche come momento di conoscenza e di riflessione nel quale perdersi per attingere nuove idee per inedite percezioni.
Da un momento di ludica riflessione e sperimentazione manuale della porcellana, associato all'idea di luminosità che ci si aspetta da un gioiello, è nata la collezione “LandscapeLighting”, piccole sculture che ben si prestano ad essere accarezzate dalla luce.